(La Caduta Di Lucifero-Gustave Doré)
Ti ho visto volare in alto,
puntare al sole e stracciare le nubi,
sfuggire al Mondo e osservarlo,
con stupore negli occhi lucidi.
Ti ho osservato mentre cadevi
e ti ancoravi alla terra per stringerla,
facendola sgranare tra le tue dita,
fino a farne tuo l'odore.
Seppur incatenato al passato eterno,
tanto che il tuo sguardo ancora riluce
di fiamme nere e sangue angelico,
vivi ora in membra umane.
Potrei sfiorar le piume immortali
delle tue ali con pelle di mortal anima,
posso dare alla luce che si infrange
su esse il nome di colori terreni.
Nere, rosse, bronzee, screziate
dalla morte, dal sangue e dal tempo.
Ma con esse ti fai scudo da me, Lilith,
che per prima ti donai ciò che ero.
Mostrami il tuo volto, l'onice
profonda che richiama l'ambra dorata
di queste mie iridi sconosciute che sole
svelano il demone che è già tuo.
Le umane passioni si incendiano
al tuo passaggio, la mia stessa natura
che ne è madre si inchina all'ombra
del tuo sguardo divino.
Dimmi chi sei, chi sarai per me?
Un'ancora o lo slancio verso il mondo?
La mia Luce, il cielo stesso a cui tendo,
o qualcuno che lo brucia con me?