(Andromeda-Paul Gustave Doré)
Ho mentito a me stessa,
non erano affetto, giustizia e dolore
ma passione, voluttà e desiderio a guidarmi.
Non sopportavo i tuoi occhi
posati su un altro viso
le tue mani su un altro corpo.
E così ti ho preso
e un attimo prima il senso di colpa
ha parlato: “Sei sicuro?”.
E poi un cenno di assenso,
la tua bocca sulla mia, il tuo respiro
le tue mani sui miei fianchi, il tuo calore.
Ma non è abbastanza
e la tua lingua trova la mia
e il tuo corpo è sopra il mio.
Per un attimo nient’altro esiste
ti sento e ti desidero
e mi sembra non sia comunque abbastanza.
Ma in un secondo
come tutto è iniziato
tutto finisce.
I miei sensi di colpa sono i tuoi
il tuo dolore è il mio
e sono di nuovo sola.
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