(Studio Di Madre Con Figlio-Pablo Picasso)
Quindi tu sei ciò che sono diventata.
Senza il demone, tolta l'immortalità
e spogliata di quell'oscurità che
ha avvolto la luce che era il mio centro.
Perché ero luce. Prima di perdermi
e avvolgermi nel fuoco mortale
ero luce, spirito puro e immutabile
così tristemente eterno e devoto.
E ora cosa è rimasto di tutto ciò?
Una semplice donna, non più spirito
non più demone, nemmeno una creatura
della notte. Relegata nella notte.
Non più la civetta stridente
che chiama gli uomini alla rovina.
Mi senti cavaliere? No. Non più.
Ormai sei libero di vagare nella palude.
Nemmeno il serpente risponde
al mio pianto, Ella vaga sempre sola,
e piange le lacrime che soffocano
chi della sua beltà si disseta.
Non più signora della notte,
né perdizione di chi viaggia in essa.
O compagna della mia Lamia, sola
nel tormento della nostra eternità.
Ma cosa resta quindi di me davanti
a questo specchio della morte?
Solo una donna, mortale e pallida
del riflesso della luce concessale.
Eppure posso dire di essere viva,
dopo vite ed ere di immortale morte
il tempo si mostra ai miei occhi umani.
Non fare il mio stesso errore donna: di' Sì.
Solo una donna!
RispondiEliminaSembra poco, una sorte miserevole, rispetto ai protagonisti delle lotte ultraterrene tra luce e oscurità.
Ma è un “solo” così carico di quello che prima lo riempiva che ancora ne trabocca.
E così la donna, viva, creatura finita, senza il potere dell’oscurità immortale né la purezza perfetta e luminosa dello spirito ha un potere nuovo da essi scaturito, fragile ma persistente: il potere della vita.
Non più relegata, prigioniera di forze immutabili, ma libera. Protagonista di un copione che può scrivere e riscrivere, sbagliare e ricominciare. Tra terra e cielo, giorno e notte…
Questa libertà sarà il dramma continuo sulla sua scena mortale e sarà tale fino all’ultimo istante concesso.
…
È solo uno di tanti spunti che verrebbero…
Da Lilith a Lamia a Donna ogni verso potrebbe essere l’inizio di una nuova storia.