(Mattina Di Natale-Andrew Wyeth)
che è mio.
Il mare è un infinito bellissimo
e spaventoso, ma non mio,
nasconde in sè qualcosa
che mi è precluso.
Nei monti la tensione al cielo
porta l'uomo a guardare l'infinito
ma non è mio ciò che è
sopra e nel cuore della roccia.
Ma siete mai stati in pianura?
Il tuo sguardo abbraccia il tuo mondo
e sai di poterlo raggiungere.
Devi solo scegliere dove Essere.
Un punto di vista interessante. Insolito e dissonante con l'abituale approccio ai panorami mozzafiato ma molto interessante.
RispondiEliminaL'infinito che rimane tale ma è in qualche modo raggiungibile, tuo! E così non rimane solo una suggestione estetica, astratta e al di là dell'esperienza. Per quanto pur sempre affascinante.
E poi il dover scegliere del finale: se è vero che l'essere è dato ci è dato però insieme alla coscienza dell’esserci; non siamo destinati all'inerzia, come oggetti inanimati o come il mare, i monti e il cielo stessi. Ci è dato di scegliere che farne dell'essere: usare la libertà!
E’ una prospettiva davvero provocante, ci sarebbe da discutere a lungo.
Sì, bello che l'infinito sia un posto dove viaggiare. Resta la sproporzione tra la nostra piccolezza e quella immensa vastità ma ci si può andare, essere...resta forse una vertigine orizzontale?
RispondiEliminaDa leggere questi versi di Mandelstam:
"A tu per tu, il gelo io fisso:
lui fissa il nulla, e io lo fisso dal nulla.
Stirata, pieghettata senza grinze,
respirante miracolo, pianura"