(Ecate-William Blake)
Sto fuggendo?
E’ questo ciò che sto facendo?
Ho scelto una meta difficile,
Un vita in cui fuggire dalla mia,
Così che nessuno possa capirlo?
Sto correndo via?
Perché non è una vita in cui correre,
Ma una in cui sostare, eternamente.
Posso correre questo rischio?
A che punto sono arrivata
Se dubito dei miei stessi pensieri.
La mia mente mi inganna.
Sono abbastanza forte,
Abbastanza sincera
Da tornare alla realtà?
Abbastanza sincera da chiederti come si torna alla realtà? ma che cosa è la realtà allora? un adorato pensiero alienante o un dramma incessante, un rischio su cui vale la pena giocare la vita... quella reale?!
RispondiEliminaSicuramente molto interessante!
Bello l'incalzare di domande, così sincere.
RispondiEliminaE bello l'accostamento a Ecate: il contatto tra vita terrena e ultraterrena, tra presente ed eterno.
A volte mi immagino come un angelo, nella sua perfezione eterna. Ma non riesco a immaginare a lungo questo, sì questo 'sostare'. Allora l'angelo cade e deve lottare per tornare ad essere come prima.
Questa poesia mi fa pensare proprio a un angelo caduto, che ha in sé viva l'essenza dell'angelo e l'imperfezione delle passioni umane.