lunedì 16 luglio 2012

Paura

(Epiphany-Max Ernst)

Guardi il mare
profondo, scuro, in tempesta
e scorgi un punto.
Troppo immobile,
la schiuma si infrange
sul suo dorso.
E aspetti.

Il terrore, la nausea
ti impediscono la fuga
gli occhi fissano,
incapaci di distogliersi.
E poi ecco
la consapevolezza
in un respiro.

Tu sei Paura
rannicchiata in sé stessa
e il fondo del mare
resta indifferente.

1 commento:

  1. Anche se ruvida e struggente la sensazione che lascia è sempre di bellezza.

    E mi domando: cambieresti quella paura con l'inconsapevolezza di un ignaro scoglio in mezzo al mare freddo? Con l'insensibilità? Io no. Credo di no.

    Però la sensazione di quell'indifferenza è davvero atroce. E non c'è rimedio se non accade qualcosa. Qualcuno che possa dirti: tutto quello che c'è, c'è per te. Non è indifferente che tu ci sia.
    Ma dirlo è facile, farlo accadere non è in nostro potere.

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